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Lune e pianeti di altre stelle, e non solo...

Il Covid-19, come si sa, ha portato anche qualche cosa buona. Tutti abbiamo sentito parlare (ed abbiamo visto), ad esempio, di una maggiore pulizia e respirabilità dell’aria a causa della chiusura di parte delle fabbriche e della riduzione del traffico. Cosa che ha fatto ricomparire nelle nostre campagne qualche lucciola in più, ad allietare le notti. Fra gli obbligati alla “quarantena” casalinga c’è stata, da noi, anche una giovane astrofisica massese, Cecilia Lazzoni, da poco laureatasi a Padova, ove sta concludendo il suo dottorato, e che si trovava dai genitori in quel momento. Ne abbiamo approfittato per una intervista via Skype che sarà visibile sulla pagina Fb “Gruppo Astrofili Massesi” a partire dalle 21 di venerdì prossimo, 8 maggio, in quello che sarà il nono appuntamento on-line del planetario comunale di Marina di Carrara (chiuso anch’esso da marzo, e che speriamo possa riaprire al più presto). La dott.ssa Lazzoni  ci racconterà la sua esperienza, astronomica e umana, che l'ha vista, ad esempio, durante il periodo di ricerca per preparare la sua tesi, recarsi 3 volte presso l’osservatorio del Cerro Paranal, sulle Ande cilene, ove hanno sede alcuni dei migliori telescopi del mondo. Vedremo dunque anche sue stupende foto sia del desolato ma "magico" deserto di Atacama (ove sorge il complesso di telescopi), il posto probabilmente più secco del mondo, ma anche delle modernissime strumentazioni e location poste sulla cima della montagna a oltre 2600 metri di altezza. In particolare i suoi studi erano sulla prima esoluna (ovvero la prima “luna” di un pianeta estrasolare): chi meglio di lei potrà illustrarci lo stato dell'arte nel settore della ricerca di pianeti abitabili nella nostra Galassia?

La sera di venerdì sarà possibile inviare, dalle 21:30 alle 23, domande via chat all’astrofisica, che risponderà in quella sede.

Nell'immagine: la dott.ssa Cecilia Lazzoni, davanti a uno dei quattro telescopi che formano il VLT (Very Large Telescope, letteralmente, in italiano, molto grande telescopio) lo strumento principale presente all'osservatorio astronomico del Cerro Paranal in Cile. I 4 telescopi, distribuiti su una distanza di circa 100 metri, possiedono ciascuno uno specchio di 8,2 metri, e possono lavorare indipendetemente su 4 oggetti diversi, oppure in contemporanea su un unico oggetto astronomico realizzando un grande interferometro ottico, facendo entrare in gioco anche 4 telescopi minori (di "soli" 180 cm...), e divenendo così in grado di vedere particolari minutissimi su oggetti celesti (siano essi asteroidi, pianeti, ammassi o galassie ecc.). Per dare un'idea, il potere di risoluzione teorico sarebbe in grado di distinguere, se non avessimo l'atmosfera, oggetti grandi meno di 2 metri sulla superficie lunare. Anzi fra i test che si vogliono fare c'è proprio quello di fotografare, in una notte con cielo particolarmente stabile, uno dei moduli di discesa dei LEM (grandi 5 metri) che han portato gli astronauti delle missioni Apollo sul solo lunare (sperando di dimostrare, per l'ennesima volta, che effettivamente l'uomo è sbarcato sulla Luna fin dal 1969. Ma vedrete che non basterà ancora a tacitare gli immancabili "complottisti"...). Altri dati incredibili di tali strumenti, dei veri capolavori di ingegneria ottica, meccanica e elettronica di questo inizio secolo: ciascun specchio principale pesa 23 tonnellate, mentre la montatura (il sistema che li sostiene, li fa girare ecc.) pesa 430 tonnellate (per intenderci diciamo quanto un Jumbo (!)). Ciononstante la loro funzionalità è incredibile: possono raggiungere una qualunque stella prefissata in tempi medi attorno ai 10-20 secondi. Costruiti per resistere a terremoti fino alla magnitudo 7 Richter (il Cile e la Cordigliera andina sono zone altamente sismiche) presentano anche caratteristiche al limite del credibile: pensate che per alluminare un singolo specchio gigante (ricoprirlo cioè di un sottile stato riflettente perché possa svolgere la funzione appunto di specchio) sono sufficienti 12 grammi di alluminio (pressoché il peso di una normale lattina da bibite in alluminio)


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