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Accesso utenti

Una occultazione Elektr...izzante
Scritto da Pietro Baruffetti   
Domenica 03 Giugno 2018 00:00

Una esperienza molto particolare è stata quella che ci ha visto protagonisti di una osservazione che ha interessato l’Europa e in modo particolare l’Italia. Si è trattato dell’occultazione di una stella di mv 11,6 nell’Ophiucus (TYC 0408-00029-1) da parte dell’asteroide (130) Elektra, avvenuta attorno alle 2h30m (ora civile) del 21 aprile scorso. Fin dalla comparsa della sua previsione (cosa che avviene in media circa un mese prima dell’evento) su Occultwatcher ci è sembrata immediatamente un’osservazione interessante e siamo stati i primi a segnalare la nostra disponibilità. Ricordiamo che le pagine/portale free online Occultwatcher, cui si può aderire senza restrizioni, riportano, per le coordinate impostate dall’osservatore, una messe di dati specifici per tutte le possibili occultazioni di asteroidi osservabili da quella postazione osservativa, selezionate secondo i parametri di limite di magnitudine, altezza sull’orizzonte e durata minima impostisi dall’utente. Come noi l’hanno pensata da subito anche numerosi altri osservatori europei.

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Una osservazione GAM davvero straordinaria
Scritto da Pietro Baruffetti   
Martedì 10 Ottobre 2017 00:00

Nella notte fra il 5 e 6 ottobre, 3 soci GAM han partecipato ad una campagna osservativa internazionale per osservare una occultazione (ovvero il passaggio davanti ad una stella lontana, nascondendola) prodotta da Tritone, il più grande satellite del pianeta Nettuno. La campagna ha visto la partecipazione di 30 osservatorii astronomici (fra cui quello del Pic du Midi sui pirenei francesi, due osservatorii del nord Africa, l'osservatorio di Calar Alto in Spagna e una dozzina di osservatorii americani) e oltre un centinaio di postazioni amatoriali sparse fra gli USA e l'Europa occidentale. L'interesse di questa osservazione è testimoniato dal fatto che la NASA ha trasferito il suo aereo-osservatorio SOFIA (che trasporta, verso la coda dell'aereo, un telescopio da 2,5 metri per l’infrarosso, che osserva tramite un portellone che viene aperto in quota - chi conosce un poco il volo in aereo, sa cosa vuol dire...!), dalla sua base di stanza in California, alla costa della Florida da cui ha decollato, quella sera, per un volo notturno a 13 km di altezza sull’Atlantico per seguire e attraversare l’ombra di Tritone durante l’occultazione. Tale dispiegamento di forze era legato ad un tentativo che, a dirlo, ha dell'incredibile: misurare (da 4,5 miliardi di km di distanza) le caratteristiche dell'atmosfera (se così si può definire lo strato di gas, che genera al suolo una pressione 70000 volte minore di quella prodotta dall'atmosfera terrestre...) dello stesso Tritone.

Eppure ci siamo riusciti. Ora l'osservatorio di Parigi sta raccogliendo i dati osservativi di tutte le postazioni che han seguito l'evento - circa una quarantina - e pubblicherà a mesi i risultati di di questa "indagine meteo" di Tritone.

Nell'immagine in alto: 5 fotogrammi tratti dal filmato dell'occultazione ripreso dal nostro socio Pietro Baruffetti. Da sinistra: (A) 10 secondi prima che l'atmosfera e poi il corpo di Tritone coprano la stella, vediamo Nettuno con a destra la debole luminosità prodotta dalla somma della luce di Tritone e dalla stella occultata (troppo vicini, in quei momenti, per poter essere visti distinti uno dall'altro da Terra, con qualunque strumentazione astronomica attualmente esistente); (B) una immagine durante la prima fase dell'occultazione. Dopo un  calo progressivo di luminosità durato circa 8s, man mano che la stellina si immergeva nell'atmosfera di Tritone, la luce della stella è ora completamente nascosta dalla sagoma di Tritone. Quel che resta è la sola debolissima luce di Tritone stesso; (C) Durante il flash centrale la luce della stella, ancora completamente coperta dal satellite di Nettuno, riesce a filtrare per rifrazione dell'atmosfera di Tritone .Questo accade perché in quel momento Massa, Tritone e la Stella sono perfettamente allineati; (D) passato il momento del flash centrale ritorna ad essere visibile di nuovo solo la luce di Tritone; (E) 10 secondi dopo che la luna di Nettuno, muovendosi attorno a Nettuno e al Sole, ha terminato di ricoprire la stella, i due oggetti, dalla Terra, sembrano ancora un unico punto di luce, ben visibile a destra di Nettunno, e con una luminosità pari alla somma delle loro singole luminosità.

Per un diario completo dell'esperienza cliccare sul link "leggi tutto" quì sotto

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Il più piccolo asteroide finora misurato dal GAM
Scritto da Pietro Baruffetti   
Giovedì 20 Ottobre 2016 00:00

Se si considera che la velocità media con cui gli asteroidi della Fascia Principale (quelli cioè che orbitano fra Marte e Giove) orbitano attorno al Sole è sui 20km/s e che è mediamente difficile(per motivi tecnici) poter osservare occultazioni (ovveri cali più o meno ampi della luminosità di una stella lontana che viene ad essere nascosta per qualche istante dall'asteroide in movimento) che durino meno di 0,2-0,4 secondi, sembrerebbe esserci un limite minimo per il diametro di un asteroide che si possa ragionevolmente sperare di misurare con la tecnica dell'occultazione asteroidale. Questo parrebbe rendere impossibile osservare e misurare asteroidi più piccoli di 4-8 km. Ma se consideriamo che contemporaneamente anche la Terra orbita attorno al Sole, ecco emergere la possibilità di seguire occultazioni anche di asteroidi minuscoli (diametro 1 km ed anche meno). Si tratta di sfruttare lo stesso fenomeno che ben conosciamo nel caso dei pianeti, e che genera l’alternarsi dei loro moto (apparente) diretto e retrogrado nel cielo, o degli istanti in cui l’oggetto appare stazionario. Prendiamo, ad esempio, un asteroide della Fascia Principale. Questi si muoverà mediamente attorno al Sole di un angolo attorno agli 0°, 25 al giorno (contro il quasi 1° al giorno della Terra). Prima quindi che l'asteroide abbia concluso una sua orbita (360°) attorno al Sole, la Terra riuscirà a superarlo “all’interno” più di due volte.

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Donne e asteroidi. L'osservazione GAM dell'asteroide Eva
Scritto da Pietro Baruffetti   
Domenica 15 Maggio 2016 23:19

Parafrasando Amleto, in questo quarto centenario dalla morte di Shakespeare potremmo dire: “Asteroidi, il vostro nome è donna”.

Per tanti motivi. Ad iniziare dal fatto che, per un tacito accordo non predeterminato, i primi asteroidi ebbero tutti nomi femminili. Una regola scritta in tal senso venne promulgata, ma quando si era già arrivati a circa 400 asteroidi, per essere poi definitivamente superata già pochi anni dopo, a inizio ‘900. In seguito si volsero al femminile molti nomi propri maschili (per citarne qualcuno Mozartia per ricordare Mozart, Columbia per Colombo, Hamburga per la città di Hamburg, e così via). Fatto è che nei primi 170 nomi di asteroidi incontriamo un solo nome dedicato ad un personaggio maschile, per giunta lasciando una “scappatoia” per una possibile lettura alternativa. Si tratta dell’asteroide (54) Alexandra, scoperto nel 1858 dall’astrofilo francese Hermann Goldschmidt. La designazione intendeva onorare il noto naturalista ed esploratore tedesco il barone Alexander von Humbolt e venne proposta dal padre gesuita F. Moigno, matematico e didatta francese, caporedattore del settimanale di scienza Cosmos, una delle prime riviste di divulgazione scientifica al mondo. Il titolo della rivista richiamava quello di un importante testo in 5 volumi sull’astronomia, geografia e la natura del nostro pianeta scritto pochi anni prima dallo stesso von Humboldt. Ma, come dicevamo, mitologicamente esiste, volendo, anche un’Alexandra figlia del re troiano Priamo.

E di “asteroidi al femminile” vogliamo parlare stavolta, cominciando dal ruolo delle astronome nella scoperta e nello studio degli asteroidi.

Fig. 1 - Curva di luce negli istanti attorno al momento dell’occultazione prodotta dall’asteroide (164) Eva la sera dell’11aprile scorso. In giallo l’andamento della luminosità della coppia asteroide+stella occultata, in violetto quella di una vicina stella utilizzata come confronto. La linea verticale rossa individua il tempo centrale ricavato dall’occultazione.Le linee verticali bianche sono separate di 1s una dall'altra.

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Scoperta dal GAM una stella doppia finora sconosciuta
Scritto da Pietro Baruffetti   
Martedì 23 Febbraio 2016 23:51

Talvolta l’osservazione di occultazioni asteroidali (attualmente il programma scientifico di maggiore interesse seguito nel GAM) può essere occasione di qualche scoperta per serendipità. Durante occultazioni asteroidali, infatti, sono stati scoperti oggetti inattesi, quali gli anelli di polvere attorno all’asteroide Chariklo (il 3 giugno 2013), decine di asteroidi doppi o multipli, e 59 (ad oggi) stelle binarie particolarmente strette che erano sfuggite alle osservazioni ordinarie ed ai cataloghi specialistici di quel settore.

Ad una scoperta di una stella doppia di quest’ultimo tipo ha collaborato, il 5 agosto 2015, anche un’osservazione GAM e vogliamo quindi raccontarvene la vicenda. Cominciamo col dire qualcosa dell’asteroide “responsabile” della nostra scoperta: (92) Undina. Si merita, infatti, un’adeguata presentazione

Fig. 1- (a sinistra) Traccia della striscia di osservabilità, dal suolo, dell’occultazione prevista per la sera del 5 agosto 2015 da parte dell’asteroide (92) Undina. La linea verde centrale è il moto del centro dell’asteroide, le due blu i margini dello stesso, le linee rosse sono quelle per un errore di 1 e 2 sigma sui dati. (immagine ricavata col programma Occultwatcher)

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Asteroidi "ruffiani": gli asteroidi dei Rotschild, ed una osservazione del GAM
Scritto da Pietro Baruffetti   
Domenica 27 Dicembre 2015 19:36

Sempre difficile sapere se chi nomina un asteroide col nome del direttore del suo osservatorio, di una città o di un’istituzione da cui si attendono finanziamenti (o magari, coi tempi che corrono….., un posto di lavoro fisso), oppure di un big del mondo dello spettacolo ecc. lo faccia per convinzione od opportunità, od al limite per godere di una “notorietà riflessa”. Ma in qualche caso la “piaggeria” (o “ruffianeria”, per i più cattivi) anche nel mondo degli asteroidi sembra proprio farla da padrone. Beninteso non è certo il solo settore in astronomia; ove sono state scomodate addirittura intere costellazioni. Come non ricordare la Chioma di Berenice (derivata da un asterismo inizialmente proposto, come “salvavita”, nel III secolo a.C. dall’astronomo Conone, e dedicata ai capelli dell’omonima regina, moglie di Tolomeo III d’Egitto, chioma che era scomparsa dal tempio di Afrodite/Arsinoe nei pressi dell’attuale Assuan in cui era conservata dopo essere stata offerta come “ex-voto” dalla regina per il felice ritorno dalla guerra del marito stesso)?

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Bei giorni (e belle notti....) per il GAM
Scritto da Pietro Baruffetti   
Lunedì 17 Agosto 2015 00:00

Prestigioso riconoscimento per il nostro Gruppo, la più antica associazione scientifica tuttora attiva nella nostra zona, ove il gruppo opera da 42 anni realizzando, ogni anno, oltre un centinaio di iniziative pubbliche di astronomia  tra Planetario comunale di Marina di Carrara (affidato alla sua gestione), scuole e luoghi pubblici dell'intera provincia.

Una fotografia, realizzata dal socio GAM Matteo Dunchi, che ritrae la Galassia di Andromeda sorgere da dietro le Apuane (cresta del Monte Sella), è stata scelta. il 17 agosto, come immagine del giorno dal sito della NASA chiamato APOD (astronomy Picture of the Day = Immagine astronomica del giorno), punto di riferimento mondiale delle immagini astronomiche. Su questo sito, gestito dalla NASA, ogni giorno compare una foto astronomica, commentata appunto da astronomi professionisti.

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Ultime notizie dal cielo. una settimana di eventi astronomici
Scritto da Pietro Baruffetti   
Martedì 20 Gennaio 2015 10:40

Settimana particolarmente interessante per l'astronomia a livello locale. Meteo permettendo giovedì sera, 22 gennaio, poco dopo il tramonto, guardando verso il mare, sarà possibile scorgere ben 4 "pianeti" che danno il nome ad altrettanti giorni della settimana: Luna, Marte, Mercurio e Venere, racchiusi in una piccola porzione del cielo. L'orario migliore sono le ore 18. Partendo da Venere, l'oggetto più facile e splendente fra tutti, sarà possibile scorgere alla suaredestra in basso (vedi figura) Mercurio (per il quale potrebbe essere utile un binocolo data la sua non eccessiva luminosità che lo mimetizza un poco nel chiarore del crepuscolo) e poco più in alto di Venere una sottilissima falce di Luna, con a sinistra il pianeta Marte, riconoscibile per il suo colore rosso-arancio,

Il giorno dopo, venerdì 23, alle ore 21,15, il consueto incontro pubblico presso il planetario comunale "A. Masani" di via Bassagrande a Marina di Carrara, dedicato stavolta a "Ultime novità dal cielo: scoperte ed osservazioni astronomiche del 2014". Si tratta della consueta lezione/bilancio che ogni anno si tiene presso il Planetario per fare il punto degli eventi e delle scoperte astronomiche più importanti dell'anno appena concluso. Verrano pertanto ricordati ed analizzati scoperte ed eventi legati, curiosamente, in molti casi all'acqua. Quest'anno sono state fatte scoperte su di un oceano liquido sotto la crosta di Encelado (satellite di Saturno), della tettonica a placche sul satellite gioviano Europa, ove le singole plache tettoniche (in gran parte composte di ghiaccio) galleggiano e si muovono su un altrettanto immenso oceano, per non dire dei primi risultati ottenuti dalle sonde europee Rosetta e Philae per la composizione dell'acqua della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko o della scoperta di vapore acqueo su due pianeti extrasolari.

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5 asteroidi misurati dal GAM
Scritto da Pietro Baruffetti   
Domenica 19 Gennaio 2014 22:26

Se ci sono virtù che l’Astronomia insegna (ed obbliga) a praticare, sono senz’altro la costanza e la pazienza. Gli eventi astronomici non dipendono da noi: possiamo solo (e non sempre) prevederli ed attenderli. A chi non piacerebbe poter vedere da casa propria, magari ogni due o tre anni, una bella eclisse totale di Sole, una splendida cometa o lo scoppio di una Supernova nella nostra Galassia (evento quest'ultimo, sia detto per inciso, che “manca” dal 1604…erano i tempi di Keplero e Galileo)? Ma non possiamo farci niente, e non ci resta che attendere, sperando che poi le condizioni meteo in quei momenti siano favorevoli (per non perderli ulteriormente dopo tanta attesa…).

Così è accaduto anche con le osservazioni di occultazioni asteroidali da parte del nostro gruppo. Si tratta, in questo caso, di eventi prevedibili con buona accuratezza e che permettono di misurare, a posteriori e confrontando le osservazioni di altri astrofili in Europa o nel mondo, il diametro e la forma di un asteroide, la sua posizione nello spazio con la precisione di pochi km, e nei casi più fortunati, scoprire eventuali satelliti orbitanti attorno al corpo principale, scoprire una stella doppia particolarmente stretta ecc. Il fenomeno dell’occultazione asteroidale si produce quando un asteroide del nostro Sistema Solare si trova a passare, visto da noi ed ovviamente solo in prospettiva, di fronte ad una stella (in realtà infinitamente più lontana). Nei brevi istanti in cui il corpo dell’asteroide copre il disco puntiforme della stella, noi possiamo assistere ad un improvviso calo di luce della coppia stella+asteroide. Si va da fenomeni appena percettibili quando l’asteroide è più luminoso della stella, per cui al momento dell’occultazione il calo di luminosità è piccolo, alla situazione contraria di asteroidi particolarmente piccoli e/o oscuri, centinaia o migliaia di volte meno luminosi della stella che vanno a “nascondere”. In questo caso al momento dell’occultazione, quando la stella viene repentinamente “nascosta” dall’asteroide, ci arriva soltanto la debolissima luce dell’asteroide. La luce dell'oggetto (i due corpi, in quei momenti, apparentemente, vicinissimi e tali da formare un unico punto di luce) vista da una ristretta zona della Terra, sembra in pratica come “spegnersi”. Una specie di brevissima eclisse totale (ma stavolta ad essere eclissata è una stella e non il Sole).

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La difficile "cattura" di Pompeja
Scritto da Pietro Baruffetti   
Lunedì 16 Gennaio 2012 20:44

Neanche 24 ore dopo l’ottimo risultato sull’asteroide (221) Eos (vedi in "Archivio articoli") , 3 osservatori GAM sono riusciti in un’altra difficile impresa: misurare il diametro del’asteroide (203) Pompeja, che ha nascosto per una diecina di secondi, intorno alle 20h52m dello stesso 8 gennaio, una debole stellina della costellazione del Toro.

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