La difficile "cattura" di Pompeja |
Scritto da Pietro Baruffetti |
Lunedì 16 Gennaio 2012 20:44 |
Neanche 24 ore dopo l’ottimo risultato sull’asteroide (221) Eos (vedi in "Archivio articoli") , 3 osservatori GAM sono riusciti in un’altra difficile impresa: misurare il diametro del’asteroide (203) Pompeja, che ha nascosto per una diecina di secondi, intorno alle 20h52m dello stesso 8 gennaio, una debole stellina della costellazione del Toro.
Diremo più avanti della bella osservazione del trio del GAM, effettuata anch’essa dall’ampia terrazza dell’oratorio della parrocchia di don Michele a Marina di Carrara. Cominciamo ora dal vedere cosa “sta dietro” al numero ed al nome, (203) Pompeja, dell’asteroide. Questi oggetti, a partire dal primo di essi, Cerere, scoperto la notte del 1° gennaio 1801 a Palermo dall’abate Giuseppe Piazzi, si portano dietro, praticamente, la storia e la cultura del mondo, ed in modo particolare dell’astronomia. Essendo possibile, infatti, attribuire loro un nome proprio da parte dello scopritore, sono stati occasione per omaggiare grandi personalità della storia o della scienza, luoghi geografici, innamorate, ecc. Dovendo trovare oltre 310.000 nomi (tanti sono gli asteroidi noti con ottima sicurezza al 31 dicembre 2011, e pressochè altrettanti hanno elementi orbitali che attendono solo di essere definiti con maggiore accuratezza), è chiaro che ci si è sbizzarriti nelle maniere più incredibili. Da Celentano a Caravaggio, da Bach a (9000) Hal (con evidente omaggio al micidiale computer di bordo di “2001 Odissea nello spazio”). Per ogni asteroide il numero indica quindi l’ordine progressivo della scoperta ufficiale, il nome è "d’invenzione" (generalmente, c (203) Pompeja è dunque il 203° asteroide ad essere stato scoperto, per l’esattezza il 25 settembre 1879. Venne così nominato su proposta dello scopritore, Christian Peters, astronomo danese-tedesco-americano. Il nome è un omaggio alla città di Pompei, in occasione dei 1800 anni dalla fatale eruzione del Vesuvio del 79 d.C. La data della scoperta dell'asteroide (il 25 settembre) era una di quelle che all’epoca si ipotizzava coincidesse con la data esatta dell’eruzione (a tutto oggi non certa, dato che i diversi codici che riportano le osservazioni di Plinio il Giovane - che vide l’eruzione e ne fece una “cronaca” estremamente accurata - riportano date diverse). Ma dietro la scelta del nome si nasconde una curiosa vicenda umana dello scopritore, legata (per un certo tratto della vita) all'Italia, ai vulcani e proprio al Vesuvio. Ma cominciamo col conoscere lo scopritore, Christian Heinrich Friedrich Peters (1813-1890). Uomo realmente cosmopolita, in grado di districarsi comodamente con una decina di lingue (turco, persiano ed ebraico compresi), figlio di un pastore protestante nella Slesia (allora un ducato danese, ora territorio tedesco), studiò matematica ed astronomia con figure del calibro di Hencke e Gauss. Quest'ultimo, come noto, fu in pratica il primo elaboratore delle moderne metodolgie matematiche per il calcolo delle orbite di un oggetto astronomico a partire da poche osservazioni vicine nel tempo. Si deve a lui, per restare in tema, il calcolo della posizione dove poter ritrovare Cerere, di cui si erano "perse le tracce" dopo le prime osservazioni da parte del Piazzi.
Ma veniamo al nostro asteroide. (203) Pompeja è un asteroide di dimens
|